giovedì 8 agosto 2013

PASSIONE NOSTALGIA E SPERANZA


Salve a tutti,
mi chiamo Sara Viozzi, e ho deciso di fare un blog per il nostro amato sestiere. Vi spiegherò il perché di questa scelta. Sono cresciuta ad Ascoli Piceno, in pieno centro storico, per esattezza in via Quinto Curzio Rufo. Figlia di un sestierante di Sant'Emidio.
Un padre con la quintana nelle vene, di cui vado fiera, e sono felice che abbia trasmesso a noi figli questa passione.
Nel lontano 1985 faccio la prima quintana. Ricordo molto bene quel giorno, non ero felice, di più. Ricordo ogni minimo particolare, il mio vestito, le mie scarpine dorate, il vestito della bella dama, la lunga camminata fino al campo giochi, mio padre che sfilava con il palio, sempre mio padre che mi dice come fare prima della sciamata.
Ho ancora davanti agli occhi lui ed altri sestieranti che tirano fuori da sotto il loro costume una penna, sì, quella penna che serviva per segnare il punteggio dietro il cinturone del vestito.
Per i sestieranti non esisteva il classico foglio che abbiamo ora da spettatori, e non era così facile come oggi capire chi vincesse la quintana, quindi si attrezzavano come potevano.
In quel lontano 1985 la nostra quintana l'abbiamo vinta. Sì, l'abbiamo vinta ancora grazie a lui, il grande Gianfranco Ricci, e anche qui si apre un mondo di ricordi. Mio padre, e il suo pelo di tasso che infilava sempre, ogni anno, dentro lo stivale di Ricci.
Come se fosse oggi, ricordo gli abbracci tra loro, la nostra sfilata da vincitori, è ancora viva l'immagine del rientro in sestiere subito dopo il saluto in Piazza del Popolo. In corso Mazzini rimbombavano i nostri cori su quell'omone a cavallo:  "piccolo piccolo piccolo fiore....", sembra ieri, ma sono passati 28 lunghissimi anni.
Vola il 1985 e si arriva al 1986, e anche qui, nonostante la mia piccola età, ricordo molto bene il giorno in cui mio padre viene da me e mi dice: "Ho una brutta notizia, non puoi fare la quintana, non c'è posto".
Gli anni passano, ma in me è sempre vivo quel ricordo, e la passione per la quintana rimane la stessa nonostante la delusione.
Negli anni a seguire anche mio fratello segue mio padre, inizia a sbandierare per  il sestiere, il nostro sestiere, perché, pur non vivendo più in centro, noi eravamo sempre di Sant'Emidio.
Con l'entrata di mio fratello provo a ributtarmi nella mischia, a chiedere cosa dovessi fare per poter partecipare alla quintana. Preciso che il mio voler fare la quintana non significava vestirmi e arrivederci e grazie, volevo viverla a 360 gradi, partecipare a tutto ciò che fosse di aiuto al sestiere, anche lavare i piatti, pulire gli scarponi ecc ecc.
Qui arrivò la seconda delusione, tante risposte evasive, "boh io non so che dirti", "sai all'interno è un casino" "Sara provaci, ma tanto si vestono quelli che dicono loro" "ma sì dai passa al sestiere". Provo, ma nessuno ti fila.
Dopo qualche anno mi trovo a parlare con una persona, che all'epoca faceva parte del comitato o non so cosa, e che comunque sfilava con i colori rosso verdi.
Essendo schietta, faccio presente la mia delusione, capendo anche il brutto periodo che stava vivendo il sestiere, ma la mia delusione partiva da quel 1986, quando fu negato il posto a me, per darlo alla figlia di xxx che qualche anno dopo sfilava con i colori di un altro sestiere.
Dalla chiacchierata con questa persona, esce fuori una bellissima frase "vieni al sestiere con un'amica, che vi vestite". Tanta la mia felicità che non mi interessava nulla del ruolo che avrei fatto, ero felice perché pensai che finalmente qualcuno aveva capito la mia passione e il mio amore per la quintana e per quel sestiere, ma evidentemente mi illusi un'altra volta.
Infatti all'età di 28 anni mi ritrovai a fare il porta insegne e con la signora che cercava il vestito che diceva "ma quella è matta? vi fa fare il porta insegne con i vestiti da paggetto?...".
Nello stesso momento arriva una ragazza che dice "sono xxx mi manda xxx devo provare il vestito da damina". Ragazzi non scherzo quando dico che la morte era più bella di lei, e non scherzo quando dico che il nominativo di questa non c'era. Hanno chiamato il raccomandatore perché non sapevano che vestito da damina darle. Morale della favola, lei ha sfilato con bel vestito da damina.
Sestiere allo sfascio, ancora una volta fuori, e vieni cercata solo nel momento che devi andare a dare il tuo voto.
Nel corso degli anni, parlando di quintana con amici e conoscenti, mi sono state fatte proposte per vestirmi con altri, ma la mia risposta è stata sempre la stessa "io sono rosso verde, addosso a me altri colori non li vedrete".
In tutti questi anni non ho più messo piede al sestiere fino all'anno scorso, quando abbiamo portato a cena dei parenti da fuori.
Al campo Squarcia sempre presente, e sempre per il MIO sestiere.
Arriviamo a quest'anno, vado come sempre a vedere la quintana. Finalmente in mezzo a quel campo a combattere per il palio ci siamo anche noi, e ripeto a combattere, non a pregare che ci regalino la quintana come successo in passato, dove io non mi sono neanche sognata di esultare.
Arriviamo secondi, paghiamo lo scotto dell'inesperienza di un giovane e bravo cavaliere, ma comunque questo ragazzo e chi ha creduto in lui, hanno fatto sì, che si tornasse a parlare di noi, proprio quando nessuno se lo aspettava.
Una sera mio fratello mi dice: "Noi andiamo alla cena propiziatoria, vuoi venire?", ci penso e dico: "Ma si andiamo, voglio vedere che si dice, qualcosa sta cambiando e si è visto dal campo giochi".
Devo proprio ammettere che le cose sono cambiate, ho trovato un sestiere unito, tanta gioia di stare insieme. Non più gruppetti, ma un bel gruppo. Allegria, simpatia, voglia di tornare quelli che eravamo.
Tutto questo ha fatto sì che io passassi altre sere dentro al sestiere. Si è riaccesa quella passione che ho sempre avuto, ma che per tanti, troppi motivi, era finita nell'angolo più piccolo dei ricordi, ma non nel dimenticatoio.
Dopo la brutta sconfitta morale, e non sul campo, di domenica, il primo pensiero è stato quello di andare al sestiere. Nonostante degli impegni irrimandabili sono voluta essere presente lunedì alla processione, con tutti quelli che amano il nostro sestiere. Se qualcuno mi avesse anticipato una cosa simile, non ci avrei mai creduto.
Voglio fare qui i complimenti, visto che di persona li ho già fatti, al capo sestiere rosso verde Mariangela Gasparrini. Complimenti per come sta facendo risorgere il nostro sestiere, per quello che è riuscita a trasmettermi in questi giorni di Quintana, per la classe e gli attributi che ha avuto domenica in mezzo al campo.
I complimenti vanno anche a questo bravo cavaliere, con la speranza di vederlo ancora per molto con i nostri colori e, in ultimo ma non per ultimi, a tutti i ragazzi del sestiere. E' grazie a queste persone, che oggi sono qui e ho creato questo blog!

Una quintanara per sempre ROSSOVERDE.

Nessun commento:

Posta un commento