venerdì 13 settembre 2013

EMIDIO TRASATTI E UGO PAOLINI,
QUANDO L'ORGOGLIO ROSSO VERDE E' ANTICO


Aspettando la prossima Quintana, abbiamo il piacere di intervistare i veterani del sestiere di Sant'Emidio.
Ci sono persone che ormai fanno la storia dei rossi verdi, non si può pensare al sestiere e non vedersi davanti i loro visi. Ce ne sono molti, ed oggi abbiamo il piacere di intervistarne due, Emidio Trasatti e Ugo Paolini.
Abbiamo chiesto ad entrambi di lasciarci un pensiero su quello che è oggi il sestiere, quello che era ieri, pensieri di persone che nel bene e nel male sono state punti di riferimento per molti giovani.
Emidio Trasatti: "Sono nato nel sestiere, è dal 1963 che ne faccio parte. Ho coinvolto tutta la mia famiglia, mia madre che faceva la sarta, mia moglie, i miei figli che hanno indossato gli abiti di damine, damigelle, sbandieratori, per arrivare ai miei nipoti e mio fratello che è commissario di percorso da sempre.
Ho rivestito quasi tutti i ruoli nel sestiere, dove serviva c'ero, insieme ad un gruppo di volenterosi sempre pronti. Sono stato uno sbandieratore fino al 2003 poi per sopraggiunti acciacchi ho abdicato per un posto da nobile, sicuramente più tranquillo. Il sestiere ha attraversato un periodo nero, adesso ne sta uscendo anche grazie alla rinnovata voglia dei veterani, che si unisce a quella delle nuove leve. Il motto di questo comitato è appartenere e non apparire. Collaborare con l'unico capo sestiere donna è spronante per tutti, su suo suggerimento sono stati messi da parte vecchi rancori, i risultati si stanno vedendo. Quest'anno abbiamo sfiorato due volte la conquista del palio, emozioni che non provavo da tempo immemorabile, questo grazie anche all'entusiasmo che il cavaliere Jacopo Rossi, ha saputo trasmettere a tutti noi. La Quintana nel corso degli anni è cambiata molto, adesso sicuramente è meno sentita, sono pochi i sestieranti che vivono il sestiere tutto l'anno, io credo di far parte dei pochi. Voglio dare un bentornato a tutti quegli amici che si erano allontanati per un motivo o altro, io non ho mai mollato e sono ancora qui in prima linea a mettermi in gioco.
Voglio anche ringraziare a nome mio e di tanti altri sestieranti, Elio Marucci, che ci ha permesso di indossare i vestiti del sestiere e diventare fedelissimi rossoverdi.
Ugo Paolini: "Per uno come me che ha attraversato e vissuto il sestiere nei suoi anni migliori, passando dalla rivoluzione dello sbandierare negli anni 80 a due e tre bandiere, al mitico Gianfranco Ricci, al grande Elio Marucci capo sestiere, ad Angelo Piciacchia e Nardoni, grandi preparatori nella tecnica della bandiera, a tantissimi vecchi sbandieratori, tamburini, beh potrebbe essere fin troppo facile spiegare perché sono di Sant'Emidio da circa 40 anni, ma invece non è facile per niente. Cadere nei luoghi comuni, colori e amicizia, lealtà e appartenenza, spirito di sacrificio, amore per la bandiera, amore per il tuo cavaliere. Eh sì, il sestiere è tutto questo, ma purtroppo anche altro, invidia, sopraffazione, poltrona, ingiustizia, dolore. Noi veterani abbiamo vissuto anche questo. Voglio dire a questi ragazzi, che con tanto entusiasmo vivono il sestiere, di guardare la medaglia sempre da tutte e due le parti e che restino sempre loro stessi. Essere di Sant'Emidio, è come aver avuto un segno, un destino, una strada da percorrere insieme, nel bene e nel male, ma sempre con la convinzione che il tuo sestiere, i tuoi amici ti saranno sempre vicini, uniti per un unico scopo, far parte di un' elite come nessun altro sestiere può vantare, gloria onore sacrificio, noi di Sant'Emidio abbiamo tutto questo e dobbiamo sempre ricordarcelo."
Questo blog, non può non complimentarsi con queste due grandi figure.

Sara Viozzi



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